Un vero conte transilvano morto
La macchina vampirica della “commozione” ineluttabile nel nuovo Nosferatu di Robert Eggers
Tradurre, tradire, ripensare la Bibbia
Le tante Bibbie degli scrittori nel corso dei secoli, alla ricerca disperata di nuovi sensi, conversioni e riconversioni
Uscire dai confini delle relazioni
Decostruzione della famiglia e femminismi. Una riflessione a partire da 3. Un’aspirazione al fuori di Geoffroy de Lagasnerie.
Arte e contesto in Ultimo tango a Parigi
In difesa delle femministe guastafeste che cercano di non far dimenticare come si sono posti Brando e Bertolucci con Maria Schneider per realizzare una delle scene più controverse della storia del cinema.
Il dolore delle macchine
Riflessioni intorno alla sofferenza e all’empatia sintetica delle intelligenze artificiali a partire da Guanyin di Lawrence Lek.
Manga e socialismo
Breve storia del rapporto tra fumetto giapponese e ideologie di sinistra.
La Parola della Settimana
tornata
tornata tornata s. f. [der. di tornare; nel sign. 3, dal provenz. tornada]. – 1. a. ant. o pop. Ritorno: nel suo letto il mise e dissegli che quivi infino alla sua t. si stesse (Boccaccio); fare t., fare ritorno. b. T. lattea, sensazione di calore alla mammella, e di puntura al capezzolo, che avverte la nutrice quando, attaccato il bambino al seno, la secrezione lattea si accentua. 2. Seduta, adunanza di un’accademia, di un’assemblea, ecc.: le t. dell’accademia della Crusca; t. ordinaria, straordinaria. Il termine, oggi poco com., era ancora usato in alcuni atti ufficiali della Camera dei deputati fino al 1938 e del Senato fino al 1933 (oggi seduta). Riferito talora, per estens., anche a turni di elezioni (politiche, amministrative, ecc.): prima, seconda t. elettorale. 3. ant. Il commiato o congedo della canzone provenzale, e per estens. della canzone antica in genere, che nel tipo più frequente ripete lo schema della parte finale della stanza.