




La letteratura autodistruttiva di Witold Gombrowicz
Lo scrittore polacco alla luce degli scritti critici di Susan Sontag.


Cos’è il lungotermismo, la nuova fanatica utopia della Silicon Valley
La filosofia in voga tra le élite tecnologiche, nata per salvare l’umanità, è diventata “l’ideologia più pericolosa del momento”.

La memoria di via Rasella
Dal 23 marzo 1944 a oggi, il ricordo negato dell’azione della Resistenza romana contro le forze d’occupazione tedesche.

Raccontare gli esordi
Le vite di Eva Babitz, Amanda Lear e Yvonne Rainer, un passo prima della fama.

L’anniversario di Alda Merini
Versi sui Navigli, sul manicomio, su Manganelli.

Democrazia rivoluzionaria
Il pensiero di Cornelius Castoriadis e il rapporto tra individuo, società e storia.
La Parola della Settimana
idiosincraṡìa
idiosincraṡìa s. f. [dal gr. ἰδιοσυγκρασία «particolare temperamento», comp. di ἴδιος «particolare» (v. idio-) e σύγκρασις «mescolanza» (v. sincrasi)]. – 1. In medicina, condizione di ipersensibilità o di abnorme reattività (non indotta né accompagnata da fenomeni immunologici come nel caso dell’allergia), che si manifesta con quadri clinici diversi, per lo più gastrointestinali o respiratorî, in soggetti costituzionalmente predisposti, e che insorge al contatto con sostanze (alimentari, medicamentose, inquinanti) verso cui l’organismo si mostra intollerante: avere un’i. per i funghi; soffrire di idiosincrasie. 2. estens., letter. Incompatibilità, avversione, ripugnanza verso determinati oggetti, per lo più astratti, verso situazioni o anche persone: avere una spiccata i. per i numeri, per le date, per i rumori, per le spiagge affollate, per il computer.

Restare barbari
Il rap delle banlieue che resiste all’integrazione.
